Ci sono giorni in cui ti alzi e non vuoi fare niente. Non vuoi proprio pensare a nulla. Tanto meno ad una scelta.
Ci sono scelte che rimandiamo e rimandiamo nel nostro cuore con la speranza che non le dobbiamo più prendere prima o poi. Sono proprio quelle scelte che rimangono lì, latenti dentro di noi e che escono fuori sempre nei momenti peggiori: di notte mentre ti stai addormentando e vuoi solo chiudere gli occhi e, invece, la scelta è lì che ritorna nella tua mente forte chiara più che mai. Oppure quando sei sola a casa in un momento buco. Eccola lì che spunta, la scelta. E non ti lascia stare. Come per farti compagnia, ma una brutta compagnia. Mica di quelle compagnie con cui parli, ti sfoghi e ti liberi. Macché. Magari!

Poi ci sono quelle volte che dici “no, adesso sarai mia. Ho finito con te. Ho deciso.” Convinta come sei che, una volta presa questa scelta, non ti condizionerà più il sonno, non ti torturerà più sotto la doccia calda, non ti spingerà in dentro lo stomaco mentre mangi, non ti distrarrà più nella strada verso casa. Sì, sì. Ormai è finita. Hai scelto.

E invece lei, bastarda, torna sempre. E sempre più prepotente si fa largo tra le tue incertezze per spiazzarti e farti ricredere.

Per non parlare poi di quando arriva dopo un consiglio di un amico, oppure di tanti amici che ti fanno riprendere la scelta, rigirarla, spacchettarla, spiegazzarla e poi riproporla in altra forma. Eh no, cazzo. Io avevo detto che era finita. Che avevo scelto!

Poi ci sono scelte a cui dai addirittura un nome, come alla tua migliore o peggiore amica: “quella cosa” o, se sei particolarmente melodrammatica, “La mia vita”. Perché sì, ci sono scelte che sono più grandi di te. Troppo intime per condividerle, ma troppo grandi per prenderle da sola.

Alla fine di tutto è però tutta tua. Proprio come la tua voce, come la tua faccia, la tua coscienza. Solo tu la conosci così bene e profondamente. Allora non vale la pena buttarsi?

Vabbhè rimandiamo ancora un po’, dai.

3 risposte a "La scelta."

  1. Ciao carissima, mi permetto di chiamarti così perché oramai sei diventata una presenza importante nella mia vita ;), con i tuoi video che ho visto e rivisto e gli articoli che ho letto tutti . Purtroppo o per fortuna come la vogliamo chiamare, sono nella tua stessa situazione , mi rispecchio perfettamente, fidanzato e ora marito ingegnere gallerista. Il suo lavoro è sempre collegato al cantiere in cui lavora, periodi che si aggirano sui 3-4 anni e io sono anni che convivo con il dubbio se sia giusto seguirlo ovunque, lasciando il mio lavoro attuale o rimanere fissa nella mia città e lasciare che sia lui a spostarsi ogni volta che può. Purtroppo a volte si tratta di proposte di città belle come possono essere Oslo o Praga e allora sono pronta al salto ..ma a volte si tratta di città sperdute o paesi non molto sicuri ed è li che rimando la mia scelta, dando la colpa al fatto che non posso lasciare un lavoro sicuro perché potrei pentirmene. Un grosso saluto. E complimenti per i tuoi video divertenti ma anche pieni di informazioni utili. Anna Maria

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    1. Carissima (si anche io ti chiamo molto volentieri così) Anna Maria, capisci come sono messa e spero che i miei video possano anche farti ridere della nostra comune situazione 🙂 – io cerco di vedere sempre il bicchiere pieno e trovare “vantaggi” e esperienze uniche anche per me. E infatti sono qui a scrivere ad una nuova persona che spero di risentire presto e magari conoscere 🙂

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      1. Ciao Iara, capisco benissimo come sei messa :). Anche a me piacerebbe tanto conoscerti penso che la nostra chiacchierata sarebbe alquanto lunga 😀 . Chissà se prima o poi ci ritroveremo nella stessa città a condividere il nostro fardello/fortuna – Io in ogni caso continuo a seguirti.
        Un salutone e a presto

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